Luigi Ceci
Sintassi latina
Genitivo soggettivo e oggettivo
Tanto in latino quanto in italiano si ha una stessa forma per il genitivo soggettivo e per il genitivo oggettivo. Amor patris, “l’amore del padre”, può significare sia l’amore che sente il padre (pater amat) sia l’amore che si sente per il padre (filius amat patrem). Si ha dunque il genitivo soggettivo quando il genitivo può trasformarsi nel soggetto di una frase verbale attiva; si ha il genitivo oggettivo, quando il genitivo può trasformarsi nell’oggetto di una frase verbale attiva.
Sono genitivi soggettivi fuga hostium (hostes fugiunt), ploratus mulierum (mulieres plorant). Sono genitivi oggettivi cupiditas regni (cupiunt regnum), spes honorum (sperant honores).
Frequentissimo è in latino il genitivo oggettivo in dipendenza dei seguenti nomi: aditus, bellum, causa, cupiditas, dilectus, dubitatio, fides, fiducia, finis, immunitas, imperium, iniuria, inopia, memoria, mentio, occupatio, odium, opinio, potestas, principatus, quaestio, quaestus, scientia, simulatio, spes, suspicio, usus, vacatio.
Caes., bell. Gall. 3, 23, 5: Summamque scientiam rei militaris habere existimabantur.
Caes., bell. Gall. 5, 48, 10: Quae res omnem dubitationem adventus legionum expulit.
N.B. Il genitivo oggettivo è tanto frequente, che Nepote lo adopera circa 270 volte e Cesare, nel de bello Gallico, circa 200 volte, senza tener conto dei gerundi oggettivi.
Invece del genitivo oggettivo, per ragione di maggior chiarezza, si usa spesso l’accusativo con in, contra e adversus, specie in dipendenza dei seguenti nomi: animus, beneficium, benevolentia, fides, indulgentia, meritum, studium, voluntas ecc. ecc. E anche in italiano rendiamo il genitivo oggettivo, oltre che con la preposizione “di”, con altre preposizioni.
Caes., bell. Gall. 1, 6, 3: Nondum bono animo in populum Romanum viderentur.
Caes., bell. Gall. 1, 42, 3: Pro suis tantis populique Romani in eum beneficiis.
Caes., bell. Gall. 1, 19, 2: Divitiaci fratris summum in populum Romanum studium, summam in se voluntatem, egregiam fidem, iustitiam, temperantiam cognoverat.
N.B. L’espressione preposizionale, che sta quasi sempre tra l’attributo e il sostantivo, si usa con nomi di persona o di idee che si avvicinano a persone, come patria, populus, gens ecc. ecc.
Cesare usa erga e in; Nepote usa alcune volte erga in senso ostile; adversus non è usata mai né da Cesare, né da Nepote, né da Sallustio, né da Cicerone (orazioni) né da Livio (21-23).
Il genitivo soggettivo dei pronomi personali si rende con i corrispondenti aggettivi possessivi, mentre il genitivo oggettivo degli stessi pronomi si rende con mei, tui, sui, nostri e vestri (nostrum e vestrum in unione con omnium), che sono da ritenersi genitivi neutri.
Cic., de orat. 2, 28, 122: Nihil quisquam umquam me audiente egit orator, quod non in memoria mea penitus insederit.
Cic., de fin. 5, 9, 26: Omnem naturam esse servatricem sui.
N.B. A volte anche il genitivo oggettivo dei pronomi personali si rende col corrispondente aggettivo possessivo.
Nep., Lys. 4: Ita ille imprudens ipse suus fuit accusator.
Il genitivo soggettivo si usa anche in unione con gli ablativi causa e gratia, “a causa di”, con valore finale, generalmente col genitivo preposto. Allo stesso modo si usa ergo, ma con valore causale.
Sall., Cat. 23, 1: Quem censores senatu probri gratia moverant.
Nep., Paus. 1, 3: Eiusque victoriae ergo Apollini id donum dedisse.
Se il genitivo dipendente da causa e gratia è un pronome personale, si cambia nell’ablativo femminile dell’aggettivo corrispondente. Si dice cioè mea causa, non mei causa.
N.B. Cesare, nel De bello Gallico, usa 35 volte il genitivo con causa, una sola volta gratia, con un gerundio. Non usa mai invece ergo, che si trova uns sola volta in Nepote; Cicerone e altri scrittori classici usano ergo solo nelle leggi e in formule ufficiali.
Anche il nome indeclinabile instar, “somiglianza”, si trova spesso accompagnato con un genitivo, al quale generalmente si pospone.
Caes., bell. Gall. 2, 17, 4: Ut instar muri hae saepes munimenta praeberent.
Virg., Aen. 3, 367: Argolici clipei aut Phoebeae lampadis instar.